“La poesia è restituire alle cose, fra le quali viviamo, e agli esseri con cui viviamo, la pienezza della loro presenza a se stessi.” scriveva il poeta francese Yves Bonnefoy. Proprio da questo assunto è nato “Un sogno fatto a Mantova”, uno degli eventi più intensi nel programma di Mantova Capitale Italiana della Cultura 2016.
Il progetto espositivo – nato da un’idea di Cristiana Collu, direttrice della Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma e membro del Comitato scientifico del Centro Internazionale d’Arte e di Cultura di Palazzo Te, e curato da Saretto Cincinelli – si muove dal principio secondo il quale la città può essere intesa come luogo e teatro della costruzione della comunità. Si assume infatti che che la città, nella sua stessa forma storica, sia una lunga “conversazione” capace di custodire la possibilità di un rapporto profondo e segreto tra parole, persone, cose. Un rapporto che nel caso di Mantova consente di congiungere l’alba rinascimentale della modernità con il contemporaneo.
Il progetto espositivo è concepito in due tempi: il primo è stato inaugurato l’11 giugno; il secondo, a partire dal 7 settembre, completerà il percorso che si concluderà il 13 novembre 2016 a Palazzo Te, dopo aver coinvolto più estesamente la città e alcuni suoi spazi pubblici (Palazzo D’Arco e Teatro Bibiena).
La prima stazione, dal 12 giugno al 13 novembre 2016, si realizza con l’installazione, nello straordinario scenario narrativo di Palazzo Te, di opere di artisti storici protagonisti della scena internazionale e artisti emergenti. Il progetto non si configura come una mostra ma come il tentativo di suggerire un percorso che interagisce con la narrazione, continua e potente, del palazzo rinascimentale. L’intento è quello di instaurare la compresenza fra due itinerari contigui ma asimmetrici: uno risultante dalla forza narrativa piena e unitaria del progetto architettonico e artistico rinascimentale; l’altro più discontinuo e intermittente suggerito dalle domande esistenziali, dal realismo e dai sogni dell’arte contemporanea. Una compresenza destinata a trasformarsi in un dialogo a distanza che sconfina da Palazzo Te per espandersi sino a toccare alcune realtà architettoniche del centro cittadino, in particolare il Teatro Scientifico Bibiena e Palazzo D’Arco, recentemente restaurato.
Il progetto espositivo “Un sogno fatto a Mantova” è prodotto dal Centro Internazionale d’Arte e di Cultura di Palazzo Te e dal Museo Civico di Palazzo Te, con la collaborazione di Galleria Nazionaled’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, Amici di Palazzo Te e dei Musei Mantovani, Fondazione di Palazzo D’Arco, Cinema del Carbone e con il contributo di Eni.
Fonte : organizzatori