Dopo Mantova, già designata per questo 2016, e Pistoia, che si prepara per il 2017, Trento entra dunque nella corsa per ottenere il titolo nel 2018, anno di anniversari cruciali per la storia italiana ed europea. Città di confine, già provincia dell’impero asburgico, città del Concilio, città d’arte e, oggi, città dell’innovazione e della conoscenza, Trento ambisce a rappresentare l’eccellenza della cultura italiana tra due anni valorizzando la propria storia, ma anche un presente vivace, una qualità della vita riconosciuta a livello nazionale e una ricca offerta museale e di eventi.
“Abbiamo colto un’opportunità che è già dentro alle linee del nostro programma – ha spiegato il sindaco durante la conferenza stampa di stamattina – Perché Trento, città romana, città del Concilio, città d’arte, città ricca di eventi, città universitaria è naturalmente una capitale della cultura. Siamo già nell’eccellenza della cultura italiana, e non siamo noi a dirlo: questa candidatura può essere un’occasione per farci conoscere ulteriormente”. Presentata la domanda al Ministero della Cultura, ora c’è un mese di tempo per inviare il dossier completo della candidatura, che dovrà contenere il programma delle attività previste nel 2018, l’indicazione della struttura e del responsabile incaricati di elaborare e promuovere il progetto, la valutazione della sostenibilità economica e gli obiettivi che si intendono raggiungere.
“Trento città italiana della cultura 2018” non deve infatti essere inteso come un evento a se stante, ma piuttosto come un’occasione per sviluppare in modo permanente l’offerta culturale cittadina e per renderla fruibile a un maggior numero di persone. Il progetto potrà contenere anche uno o più interventi, coerenti e coordinati, finalizzati alla valorizzazione di beni culturali e al miglioramento dei servizi per l’accoglienza ai turisti.
L’iniziativa sarà un’impresa corale di tutta la città e cercherà dunque sponsor e alleati pubblici e privati, a cominciare dall’Amministrazione provinciale. Qualora la candidatura andasse a buon fine, è previsto lo stanziamento di risorse straordinarie, fino a un massimo di un milione di euro, escluse dal saldo rilevante ai fini del patto di stabilità.
Lo scorso ottobre, dopo un’agguerrita battaglia a suon di progetti e recuperi del patrimonio, Mantova è stata scelta tra dieci finaliste per il 2016. Aveva battuto le rivali Aquileia, Como, Ercolano, Parma, Pisa, Pistoia, Spoleto, Taranto e Terni. Tra le finaliste sconfitte è stata poi scelta Pistoia, capitale del 2017. Ora si apre una nuova corsa, quella per il 2018. Nel 2019 invece il bando non ci sarà perché Matera è capitale europea della cultura.
Fonte: ladige.it