A 4 anni dal sisma che nel maggio 2016 colpì violentemente l’Emilia Romagna e il mantovano, a Ferrara ieri si è fatto il punto della situazione sull’andamento delle opere di recupero e ristrutturazione del patrimonio monumentale. Nel corso di un incontro con la stampa, il sindaco Tiziano Tagliani e gli assessori ai Lavori Pubblici e all’Urbanistica del Comune di Ferrara, Aldo Modonesi e Roberta Fusari, hanno illustrato gli interventi conclusi e quelli che sono in via di accantieramento.
A quanto indicato dal sindaco Tagliani, il 2016 sarà un anno piuttosto intenso per le opere del dopo terremoto: sono previste infatti le aperture dei cantieri più impegnativi – da Palazzo Massari all’ex MOF – che vedranno sia la messa in sicurezza e ripristino delle strutture sia la loro “ricollocazione” nel panorama dei contenitori culturali della città e del territorio regionale, in particolar modo rispetto al progetto del Ducato Estense, messo in campo con il MiBACT e finanziato con 20 milioni di euro sulla sola Ferrara.
Per quanto riguarda il programma delle opere pubbliche e dei beni monumentali, gli interventi a Piano del Comune di Ferrara sono costati 32,1 milioni di euro e di questi 21,5 sono arrivati dalla Regione Emilia Romagna, 10,1 dai rimborsi assicurativi e mezzo milione dagli SMS di solidarietà per il sisma. Delle opere necessarie, più di 40 interventi sono stati completati o in fase di completamento mentre restano da accantierare le opere più impegnative. Fra questi palazzo Massari e palazzo dei Cavalieri di Malta, la Certosa Monumentale, casa Niccolini, Porta Paola, La Basilica di San Cristoforo alla Certosa, Palazzo Schifanoia, palazzo dei Diamanti e palazzo Podestà. Per molti di questi edifici – in tempi record dopo il sisma – era già stata completata la messa in sicurezza per permetterne la fruizione ma, con i progetti in cantiere o in fase di approvazione, l’Amministrazione competerà i lavori di ristrutturazione e restauro e – assieme a diversi attori del territorio – darà vita a nuove forme di utilizzo di questi edifici e dei loro spazi.
“A Ferrara patrimonio UNESCO è tutto il centro storico, più il territorio che la circonda, quindi la ristrutturazione post sisma del sito UNESCO riguarda in senso più ampio del termine la gestione della città. – ha spiegato l’assessore Fusari, che per il Comune di Ferrara ha la delega all’UNESCO ed è consigliere dell’Associazione Patrimonio Unesco italiani – I dati che abbiamo visto oggi investono il nostro sito UNESCO; i monumenti più danneggiati dal terremoto sono stati quelli nella parte meridionale del centro storico. Il valore di questa ricostruzione è che c’è un miglioramento strutturale degli edifici: quindi dopo questi interventi il centro storico patrimonio UNESCO di Ferrara sarà più sicuro rispetto a prima, nel senso che abbiamo alzato lo standard della classe di intervento. Noi cittadini ci accorgeremo che ci sono stati dei lavori ma dovremo anche ricordare che saranno astati resi anche più sicuri.”. L’assessore Fusari ha inoltre sottolineato che “Palazzo Massari è stato chiuso per inagibilità subito dopo il sisma e da allora non ci siamo più entrati ma ragionare sul restauro del palazzo è stato anche utile per ragionare sul suo utilizzo. Il progetto di palazzo Massari quindi prevede un “nuovo” palazzo Massari, più ampio e con una diversa fruibilità. Il castello sta subendo tanti interventi di restauro ma resta lo stesso, palazzo Massari avrà un nuovo ruolo all’interno della città UNESCO. Un altro intervento interessante sarà quello sulla Porta Paola, da sempre chiusa anche se si affaccia sulle piazze pubbliche: essa sarà recuperata ed aperta al pubblico, verrà utilizzata come centro di documentazione delle mura, che raccontano un pezzo di storia fondamentale della vita della città UNESCO attraverso i secoli, fino ai nostri giorni.”.