Agli inizi dell’800 vi aveva sede una fabbrica di aghi e spilli, dove le pari opportunità erano puntualmente applicate –
di Adriano Cioci e Annachiara Antinelli
L’antica Fabbrica degli Aghi e degli Spilli, nel centro storico di Assisi, diventa un luogo di irradiazione di cultura. Oggi, a ricordare quella singolare esperienza, maturata nella prima metà dell’Ottocento, c’è un “orto”, chiamato appunto “degli Aghi”, e c’è il suo proprietario, Giampiero Italiani, amante dell’arte e della storia.
L’orto è situato in via Porta Perlici, al civico 6, nella parte superiore della città, tra architetture medievali e scorci suggestivi.
Il nome, “degli aghi”, ricorda appunto la manifattura di aghi da cucito, impiantata in Assisi all’inizio del XIX secolo e proseguita per alcuni decenni. Una fabbrica all’avanguardia per il tempo, soprattutto perché le maestranze erano di entrambi i sessi e il regolamento che ne specificava l’attività indicava per uomini e donne il medesimo trattamento, senza differenza alcuna. Un bell’esempio di uguaglianza che affonda radici nella storia del nostro paese, allora non ancora politicamente unito. Quello stesso regolamento, datato novembre 1822, venne spesso portato ad esempio e affisso non soltanto nella città Serafica, ma anche in altri luoghi e contrade dello Stato Pontificio. Uguaglianza tra i sessi, ma anche precise indicazioni sulle varie fasi della giornata lavorativa, segnata da pause per il pranzo e per la preghiera.
Forse è per la presenza di quegli elementi di uguaglianza che, proprio nella sede dell’Orto degli Aghi, si è svolto un evento nel segno della “Cultura delle Pari opportunità”, in collaborazione con l’Archivio di Stato di Perugia – Sezione di Assisi e l’Assessorato alla Cultura e UNESCO della Città di Assisi.
“Il Regolamento della Fabbrica di Aghi e Spilli può rappresentare un’occasione importante per aprire parallelismi con le attuali condizioni di lavoro e le discriminazioni di genere. – sostiene Serena Morosi, Assessore alla Cultura, Pari Opportunità e UNESCO della Città di Assisi in occasione delle manifestazioni dello scorso 8 marzo – Anche se nell’ultimo secolo la sfera ‘rosa’ ha subito una grande evoluzione è innegabile che la condizione della donna all’interno della società odierna soffra ancora, e non mi riferisco solo alla sfera della violenza fisica (che fa sicuramente riflettere e rabbrividire), ma anche ad una condizione di genere che condiziona a livelli differenti. Per tali ragioni diventa fondamentale approfittare di ricorrenze come questa per ampliare il confronto su tale importante tematica e mirare al superamento di limiti e barriere culturali”.
L’Orto degli Aghi, sede naturale per l’esaltazione di questi principi, costituisce una piccola oasi privata, localizzata nel centro storico di Assisi; è, inoltre, il luogo ideale per ospitare le molteplici occasioni di socialità e cultura promosse nel territorio, quali visite scolastiche, spettacoli estivi, colloqui culturali o occasioni ufficiali (Giornate Europee del Patrimonio, per la Settimana dei Beni Culturali).
Attualmente si sta cercando di avviare un percorso di recupero documentario e di analisi dei risvolti socio-economici che tale antica manifattura ha fornito al territorio.
“Come ogni anno dal 1922, anche in Italia si celebra la Giornata Internazionale della donna. Con il verbo “celebrare” intendiamo richiamare l’attenzione sul ruolo e sul lavoro che la donna svolge dentro e fuori casa. – ha dichiarato Giampiero Italiani, promotore e curatore dell’iniziativa – Un contributo esemplare per la famiglia, la comunità e l’economia: vogliamo dire questo celebrando le donne che nel 1822 lavoravano nella manifattura di Assisi e dall’Orto degli Aghi ricordare il loro lavoro e la loro fatica.”.