Una grande mostra d’incisione che presenta in uno dei luoghi simbolo dell’arte, la Casa Natale di Raffaello ad Urbino, oltre trenta capolavori di un artista sommo quale fu Rembrandt. L’evento, realizzato con opere di altissimo pregio, alcune delle quali reperite a Londra, vuole essere un tributo ad uno dei massimi artisti della storia dell’arte, ma anche l’occasione per riaprire un fertile dibattito sulla vitalità del linguaggio incisorio e della grafica in una città sede di prestigiose istituzioni formative quali l’Accademia di Belle Arti, l’ISIA e la Scuola del Libro.
Una mostra, quindi, su un artista centrale nella storia dell’arte che offre anche l’opportunità di ripensare a quella grande scuola urbinate che ha annoverato generazioni di artisti, i quali, anche in epoca contemporanea, hanno saputo rivitalizzare il linguaggio della tradizione trovando nel maestro olandese una fonte inesauribile d’ispirazione.
Rembrandt fu capace come nessun altro di tradurre, soprattutto nell’incisione, il dramma dell’esistenza, di trasferire nell’opera d’arte un’emozione capace di infondere, in chi la osserva, la curiosità della conoscenza. Soggetto della sua intera ricerca figurativa è la complessità dell’animo umano: “Rembrandt, malgrado la sua virile energia – scriveva Redon – ha conservato la sensibilità che conduce nei sentieri del cuore, di cui ha frugato tutte le pieghe”.
Carattere e passione dell’uomo sono rintracciabili significativamente nella produzione incisoria, forse molto più che nelle prove pittoriche. Rembrandt è indubbiamente uno dei migliori incisori di tutti i tempi, capace di influenzare non solo i suoi contemporanei ma anche i moderni, di lasciare traccia del suo genio artistico nei secoli a seguire. È nei ritratti e negli autoritratti che affiora la capacità di scandagliare la sfera interiore, la sua e quella dell’altro: è là che incontriamo l’uomo Rambrandt e che intercettiamo le zone più sensibili della sua poetica. Le opere di soggetto religioso sono l’esempio della sua capacità di approfondire ogni singolo tema, di indagarlo, di riflettere sul mistero che lo pervade. Sono immagini al medesimo tempo semplici e grandiose che il segno riesce a rendere divine e umane, magnificenti e fragili al contempo. La crescita artistica di Rembrandt si ripercorre attraverso l’analisi cronologica delle opere che costituiscono una sorta di diario della sua vita: dalle prime prove sino all’ultima si sviluppa un’intensa vicenda umana, fatta di tormenti interiori e di vicissitudini familiari. Il percorso espositivo a Casa Raffaello permette, poi, un viaggio attraverso l’Olanda del Secolo d’oro, vista dagli occhi di uno dei suoi più grandi interpreti, figlio del suo tempo, ma dai contemporanei mal compreso.
La mostra, curata da Arialdo Ceribelli e Umberto Palestini, con Patrizia Foglia alla redazione delle schede critiche, suggella la collaborazione inaugurata tra l’Accademia Raffaello, l’Accademia di Belle Arti di Urbino e la Galleria Ceribelli di Bergamo con la recente mostra delle opere grafiche di Gianfranco Ferroni. Una sinergia che permetterà nel 2017 di progettare eventi incentrati sul linguaggio dell’incisione con l’esposizione di lavori di artisti straordinari quali Manet e Goya. Come finissage della mostra verrà pubblicato, in occasione di una giornata di studio dedicata a Rembrandt e alla grafica d’arte, un catalogo per l’editore Baskerville di Bologna nella collana I quaderni de l’Arca.
Fonte: Comune di Urbino