Alla Casa della Poesia di Urbino, creata da un anno a questa parte da Vittorio Sgarbi, Assessore alla cultura della città, si scoprono gli archivi letterari del novecento, si mostrano le immagini dei volti dei poeti e se ne ascoltano le voci. Questa strana udienza volta alla poesia in un’epoca non molto facile per la sua circolazione pubblica, si deve ora alla mostra “Testimonianza alla poesia” a cura di Luca Cesari (direttore della Casa medesima) che getta tre sguardi unitari su questo mondo e rende omaggio a Ungaretti attraverso il sodalizio con Bo, rettore dell’ateneo feltresco.
La mostra, aperta sino al 9 aprile nelle sale di Palazzo Bonaventura Odasi (Via Valerio, 1), oltre a presentare lettere e documenti sonori di Ungaretti offerti dalla Fondazione Carlo e Marise Bo, propone un’esclusiva galleria di ritratti (fotografici e disegnati) dell’artista torinese Guglielmina Otter, accompagnata da un’altrettanto rara raccolta di carte letterarie di proprietà della Otter che ora, decide di donare a Urbino, in favore di un costituendo “Piccolo Archivio della Casa di Poesia”. Tra di esse figura un folto gruppo di testimonianze originali di Giovanna Bemporad (alla quale è dedicato, uno speciale allestimento nell’ambito della mostra), contenente lettere e dattiloscritti di Pier Paolo Pasolini risalenti agli anni della frequentazione friulana, 1947-1948, di Camillo Sbarbaro e di vari maestri della traduzione italiana, da Vincenzo Errante a Carlo Izzo.
I due mestieri della Bemporad che si sono così rincorsi in vita, confluendo l’uno nell’altro, quello della poesia e della traduzione, si accavallano anche nella mostra presente, tra carte dattiloscritte degli Esercizi e traduzioni da Omero, dai tragici, dai testi moderni (Ode a un’urna greca di Keats, Brezza marina di Mallarmé), dal Cantico dei Cantici che scorre sulle pareti di un cortile quattrocentesco. Lo spettatore è catturato da una vera fantasmagoria di vocaboli, suoni, voci, volti, tra grida di Ungaretti che dichiara “Urbino è meglio di Stoccolma” e parole confidenziali di Pasolini che scrive all’amica Giovanna Bemporad: “Quando sembri persa dentro un inquieto e fatale buio, ecco che riemergi con ingenuità e candore […]” (Casarsa, 31 gennaio 1947).
La mostra rimarrà aperta il lunedì e giovedì dalle 15 alle 19, mercoledì e venerdì dalle 9 alle 13, sabato e domenica dalle 10.30 alle 18.30, giorno di chiusura il martedì.
Fonte: Comune di Urbino