di Federica Pezzoli – Trascurare i luoghi della propria storia e della propria memoria è un vizio trasversale all’intero continente europeo, senza distinzioni fra Nord e Sud
Grazie alle giornate di Primavera del Fai, nello scorso fine settimana abbiamo scoperto o riscoperto il patrimonio artistico, paesaggistico e culturale del nostro paese. Un patrimonio spesso troppo trascurato, come dimostra purtroppo il campanello d’allarme suonato in questi stessi giorni : a Venezia sono stati puntati i riflettori sui sette siti più in pericolo in Europa.
L’allarme è stato lanciato grazie al programma I sette più a rischio, iniziato nel gennaio 2013, ideato da Europa Nostra con l’Istituto della Banca Europea per gli investimenti e finanziato con uno dei sottoprogrammi di Creative Europe.
L’Italia non è affatto rimasta fuori dall’elenco; anzi la Laguna di Venezia, uno dei suoi gioielli più preziosi, è stato dichiarato “il sito più a rischio in Europa”.
“Europa Nostra suona il campanello d’allarme per ricordare al mondo intero che Venezia non può sopravvivere senza la sua Laguna. Venezia nasce dalle acque. La laguna non solo rappresenta l’origine e il passato della città storica, ma è anche un organismo vivente in simbiosi con la città, ed è quindi indispensabile per assicurarle un futuro”, ha sottolineato il presidente di Europa Nostra, Plácido Domingo.
Per una volta però la ‘tirata d’orecchi’ non ha riguardato solo noi italiani, anche se ciò non può certo rappresentare una consolazione. A quanto pare la cattiva abitudine di trascurare i luoghi della propria storia e della propria memoria è trasversale all’intero continente europeo, senza distinzioni fra Nord e Sud.
Insieme alla Laguna veneziana, le “sette gemme”, scelte dall’associazione Europa Nostra perché in pericolo a causa della “mancanza di risorse o di adeguate competenze”, sono: il sito archeologico di Ererouyk e il villaggio di Anipemza in Armenia; la fortezza di Patarei Sea a Tallinn in Estonia; l’aeroporto Helsinki-Malmi in Finlandia; il ponte girevole Colbert a Dieppe in Francia, il quartiere Kampos a Chios in Grecia; il convento di Sant’Antonio da Padova in Estremadura in Spagna; infine l’antica città di Hasankeyf con i suoi dintorni in Turchia.
Plácido Domingo ha affermato: “questa lista porta attenzione a dei rari esempi del patrimonio culturale e naturale europeo che rischiano di essere perduti per sempre. Le comunità locali sono impegnate a tentare di salvare queste testimonianze della nostra storia comune, ma necessitano di molto sostegno. Da parte di Europa Nostra, raccomando agli stakeholders di interesse nazionali ed europei sia pubblici che privati, di unire le forze per garantire un futuro promettente a questi siti. Salvare il nostro patrimonio culturale porta incommensurabili benefici sociali ed economici non solo alle regioni e ai paesi coinvolti, ma all’Europa nella sua interezza”.