“Testimoni di civiltà a Montecitorio” è la mostra che racconta il grande lavoro delle forze dell’ordine, degli studiosi e dei restauratori nella lotta alla “delinquenza artistica” e alle catastrofi naturali.
Promossa con il sostegno della Camera dei deputati e organizzata dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale in collaborazione con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, l’ esposizione è aperta al pubblico fino al 28 febbraio ed ospita opere d’arte recuperate dopo furti e saccheggi assieme a quei beni salvati dai terremoti e restaurati.
C’è il superbo carro di Eretum, seppellito nel VII secolo avanti Cristo assieme al principe sabino a cui apparteneva, trafugato da tombaroli alla fine degli anni ’60, venduto con documenti falsi a Ny Carlsberg Glyptoptek di Copenaghen e restituito dopo lunghe trattative all’Italia nel 2016. Ma ci sono anche i beni strappati alla furia del terremoto e messi in sicurezza come la grande tela d’altare di Giovan Battista Tiepolo della chiesa di San Filippo Neri di Camerino e la scultura dipinta del XVI secolo di San Francesco di Amatrice.
“Il contenuto dell’articolo 9, uno dei dodici principi fondamentali della Costituzione, ci impone di essere anche noi dei piccoli protettori delle nostre opere d’arte. Inoltre questa mostra ci permette di mantenere acceso il riflettore sulle zone che ancora soffrono per i postumi del terremoto” ha ricordato Stefano Dambruoso, Questore della Camera dei Deputati.
“E’ per noi un onore esporre in un luogo così fortemente simbolico quello che i nostri militari fanno da così tanti anni. Siamo un paese ricco di opere dì’arte ma poco propenso a valorizzarlo, adesso con la cooperazione ci stiamo riuscendo” ha detto il comandante delle Unità Mobili e Specializzate dei Carabinieri, generale di corpo d’armata Sabino Cavaliere.
Il generale dei carabinieri, Fabrizio Parrulli, comandante Comando Tutela Patrimonio Culturale ha ricordato le tante opere recuperate nei 50 di attività del Nucleo di cui il carro di Eretum, “latitante” da così tanti anni è solo uno degli esempi e ha sottolineato assieme alla Boldrini anche il grandissimo lavoro dei caschi blu della cultura in tutto il mondo.