La ricerca scientifica sul sito archeologico di Selinunte nell’ultimo anno ha fatto dei progressi enormi, portando alla luce nuove chiavi di lettura della natura e delle caratteristiche dell’antica città siciliana.
Il 16 e 17 gennaio gli archeologi presenteranno infatti per la prima volta i primi risultati di un anno di lavoro. Per Enrico Caruso, direttore del parco Archeologico di Selinunte, “il lavoro avviato con i tecnici dell’Unicam, frutto di un anno di letture e sopralluoghi, promette bene: procedere alla conoscenza degli strati più profondi del terreno su cui i greci decisero di insediarsi, ci permetterà di trovare le soluzioni migliori per perpetuare nel futuro prossimo ed anche oltre il patrimonio straordinario di Selinunte”.
“Di Selinunte conosciamo le meraviglie dell’architettura religiosa, dell’urbanistica di tipo greco e delle sue principali componenti, quali le possenti fortificazioni. Molte parti di quelle che furono le magnificenze dell’antichità sono oggi allo stato ruderale – ha proseguito Caruso – perché gli edifici più grandiosi sono collassati a causa di violenti terremoti avvenuti in più tempi nei secoli scorsi. Non sappiamo però se le cause di queste distruzioni siano dovute a imperizia costruttiva o se dovute, invece, solo alle cause naturali che ne hanno decretato il crollo”. La conferenza stampa aperta a tutta la stampa si terrà, mercoledì alle 15, presso Baglio Florio – Parco Archeologico di Selinunte. Interverranno Vittorio Sgarbi, critico d’arte e Assessore ai Beni Culturali della Regione Siciliana, Claudio Pettinari,Rettore dell’Università di Camerino e Maria Elena Volpes, dirigente Generale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana Il geoarcheologo Fabio Pallotta illustrerà le indagini in volo, il geologo Marco Materazzi, invece, tratterà le indagini sul terreno: dalle evidenze di superficie alle risorse sepolte.