di Martina Vacca – I muretti a secco e gli ulivi secolari, che caratterizzano il percorso verso la città dei trulli, tracciano il prologo di una storia tutta mediterranea che nella Murgia meridionale si racconta attraverso il suo nucleo di abitazioni bianche, i cui tetti conici in pietra hanno dato origine ad un inconfondibile skyline, quello di Alberobello.
“I trulli di Alberobello rappresentano un sito di valore universale ed eccezionale in quanto sono l’esempio di una forma di costruzione ereditata dalla preistoria e sopravvissuta intatta, pur nell’uso continuativo, fino ai nostri giorni”: così nel dicembre 1996 la cittadina pugliese conquista il riconoscimento da parte dell’UNESCO di Sito Patrimonio mondiale dell’umanità.
Una bellezza rustica e fiabesca, dai tratti agresti e bucolici, quella dei trulli di Alberobello, che di recente numerose coppie di sposi stanno scoprendo, scegliendola come luogo in cui celebrare le nozze.
I trulli, e in generale le costruzioni a secco tipicamente pugliesi, essendo rapidamente demolibili e non tassabili, furono imposte nel XV secolo ai contadini dai Conti di Conversano, per sottrarsi a un editto del Regno di Napoli che per ogni nuovo insediamento urbano imponeva tributi ingenti.
Queste singolari strutture restano ad oggi abitazioni o sedi di botteghe artigiane, ristoranti, alberghi o di siti artistico-culturali come il Museo del Territorio, luogo ideale per esplorare la cultura e il patrimonio architettonico della città, e disponibile quale location, molto richiesta ed apprezzata, per dirsi “SI”.
Qui la viticoltura, le tradizioni della tavola contadina e il fascino della vita rurale imprimono alla cerimonia quel tocco di armonia idilliaca e campestre difficilmente intercettabile altrove.