“There’s no development without culture!” è con queste parole che lunedì 3 luglio si è aperta presso la Millenium Hall dell’Università di Betlemme la prima edizione della Summer School in ‘Cultures and Development’, nata dall’idea di Giorgio Andrian, che ne ha curato il coordinamento scientifico, in collaborazione con il Cooperation and Development Network (CDN), una rete di centri di formazione superiore dedicata al tema della cooperazione allo sviluppo (recentemente entrato a far parte della rete UniTwin dell’UNESCO).
“We humans are the same, but at the same time we are all different” ha spiegato il Prof. Vaggi, economista dello sviluppo dell’Università di Pavia e co-fondatore del CDN, mettendo l’accento sull’importanza delle diversità culturali nell’impostazione delle attività di cooperazione internazionale. Ad ascoltarlo in aula i partecipanti alla Summer School, provenienti dal Kenya (Università di Nairobi), dall’Italia (Università di Pavia) e dalla Palestina (Università di Betlemme) e i rappresentanti della città di Betlemme: il vicesindaco ha ringraziato tutti a nome dell’intera amministrazione per aver scelto la loro città per questa prima edizione.
Il programma dei 6 giorni di attività è stato molto denso, alternando delle sessioni di aula sui vari aspetti della cultura come motore dello sviluppo locale, declinata nella sua accezione più avanzata, la cultura 3.0, a visite a siti palestinesi iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale. L’UNESCO è presente anche con il proprio ufficio di Ramallah, il cui Direttore, Lodovico Folin Calabi, ha tenuto la key note lecture sul ruolo della cultura nell’Agenda dello Sviluppo 2030 e di come la sua organizzazione stia contribuendo a rinforzare il messaggio dello sviluppo culture-driven. Le lezioni sono state tenute da esperti di vari settori culturali, dall’archeologia (la prof.sa Chavarria e la dott.sa Benetti, dell’Università di Padova) all’economia della cultura (il prof. Guido Ferilli della IULM di Milano) alle opportunità di progettazione europea nell’ambito culturale (la dott.sa Morello). Le visite ai siti della Chiesa della Natività di Betlemme e del Paesaggio Culturale di Battir, entrambi iscritti nella Lista dei Siti del Patrimonio Mondiale in Pericolo, sono servite ai partecipanti per confrontarsi con le sfide legate alla gestione delle aree di eccezionale valore universale.
L’obiettivo di far capire quanto conti la cultura come laboratorio creativo per uno sviluppo davvero innovativo è stato pienamente raggiunto, tanto che gli organizzatori hanno già lanciato la prossima edizione, ancora a Betlemme, nel 2018.