Di Adriano Cioci – La Fabbrica degli Aghi e degli Spilli di Assisi, situata nel centro storico della città, è un simbolo di cultura, ma anche di uguaglianza. Recentemente è stato reso noto il regolamento dell’antico opificio: si tratta di un codice innovativo nato in un’epoca in cui le lotte contro le discriminazioni di genere non erano neppure concepite.
Era il 1822 quando un imprenditore romano decise di dare il via a questa impresa e con essa anche l’innovativa regolamentazione. Lo statuto organizzava la giornata dei lavoratori a suon di campanella e ogni attività (la preghiera, il pranzo, il lavoro) aveva il suo tempo stabilito. Ma non ci si fermava alla mera pianificazione; la considerazione che veniva data ai lavoratori, in particolare alle donne, è la più coscienziosa di quella che ci potremmo aspettare. Si parla di uguaglianza, rispetto e non solo.
Gli articoli sono così precisi da escludere ogni tipo di discriminazione e vietano, inoltre, ogni tipo di scherno tra gli operai. L’ unico elemento che differenziava i lavoratori era la loro allocazione: donne e uomini lavorano in luoghi separati. Si parla anche di concetti moderni, come straordinari e lettere di richiamo. Infatti, le ore perse durante l’inverno, a causa delle giornate corte, potevano essere recuperate fermandosi oltre l’orario di chiusura o arrivando prima dell’orario prestabilito. Per quanto riguarda le lettere di richiamo, si specifica che chi non rispettava le disposizioni veniva ripreso con un avviso. Alla terza volta c’era direttamente il licenziamento.
Questi aspetti innovativi sono stati messi in luce già dallo scorso marzo, in occasione della Festa della Donna, con un convegno organizzato da Giampiero Italiani. Sullo sfondo dell’Orto degli Aghi, quindi, si sono rincorse le riflessioni non soltanto su un’epoca lontana, ma anche su quella recente – odierna persino – in cui la donna vive ancora discriminazioni in vari campi. Così “Gli Aghi di Assisi” non può che essere il contesto ideale per “dare alla festa del Lavoro un riconoscimento più alto e la dignità istituzionale che merita”; parole della presidente del Consiglio Comunale di Assisi Donatella Casciarri, alle quali ha fatto seguito la conclusione del sindaco Stefania Proietti, che ha evidenziato come il luogo “sta diventando il simbolo del lavoro per l’intera Città”.
Gli allievi di alcune classi delle scuole medie del territorio (Santa Maria degli Angeli e Bastia), inoltre, si sono resi protagonisti nel divulgare, attraverso esperienze di narrazione del sito, le specificità legate alla memoria e all’alto valore simbolico della “fabbrica” del 1822.
“Sicuramente – aveva spiegato il promotore Giampiero Italiani – quello che ad oggi è emerso risulta di notevole spessore e qualità scientifica. Vanno, però, indagate nuove piste, come la testimonianza che tale manifattura poteva avere per la crescita sociale di altre realtà, come gli orfanotrofi. A tale riguardo sembra importante approfondire quella che è stata la collaborazione documentata e sviluppata con il Reale Albergo de’ poveri” di Napoli”.
Tra Assisi e Napoli, quindi, entrambi siti UNESCO, si potrà su questo filone aprire una nuova sinergia, dopo il recente protocollo di collaborazione siglato tra i due Sindaci per la valorizzazione del presepe e dell’arte presepiale.