La città di Ferrara, con il suo prezioso centro storico, è stata iscritta nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO nel dicembre del 1995 perché esempio mirabile della città rinascimentale moderna, pianificata secondo le lungimiranti idee dei rappresentanti della Casa d’Este, la cui corte divenne uno dei centri principali per lo sviluppo e l’applicazione del nuovo umanesimo in ltalia.
Ripercorrere le motivazioni con le quali il Centro del Patrimonio Mondiale nel 1995 iscrisse “Ferrara città del Rinascimento” nella World Heritage List riporta immediatamente alla bellezza e alla forza intrinseca che il capoluogo emiliano esprime. Il Valore Universale Eccezionale riconosciuto al sito recita che come «città rinascimentale, straordinariamente pianificata, Ferrara ha mantenuto il suo tessuto urbano praticamente intatto. Gli sviluppi urbanistici espressi a Ferrara avranno una profonda influenza sullo sviluppo della progettazione urbana nei secoli successivi. (…) Cresciuta intorno a un guado sul fiume Po, essa divenne un centro intellettuale e artistico che attrasse le più grandi menti del Rinascimento italiano nel XV e XVI secolo. Qui Piero della Francesca, Jacopo Bellini e Andrea Mantegna hanno decorato i palazzi della Casa d’Este. Il concetto umanista di “città ideale” ha preso vita qui, nei quartieri costruiti a partire dal 1492 da Biagio Rossetti secondo i nuovi principi della prospettiva. Il completamento di questo progetto segnò la nascita dell’urbanistica moderna e ne influenzò il successivo sviluppo.»
«Celebrare il 25° anniversario dall’iscrizione di Ferrara come città rinascimentale nella lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO è motivo di grande orgoglio per tutti noi. – ha detto Marco Gulinelli, Assessore alla Cultura, Musei, Monumenti Storici e Civiltà Ferrarese, UNESCO del Comune di Ferrara – Il riconoscimento UNESCO sposa la storia di Ferrara con la sua bellezza e noi siamo impegnati nel proteggere entrambe. Il nostro centro storico Patrimonio Mondiale è un fiore all’occhiello del territorio. Qui, passeggiando o andando in bicicletta, si può vivere la testimonianza delle mura medioevali, che racchiudono nel loro abbraccio lungo nove chilometri il cuore della città e riscoprire paesaggi suggestivi e unici. E’ possibile meravigliarsi per la straordinarietà di Palazzo dei Diamanti, originale e particolarissima architettura realizzata con oltre 8.500 blocchi di marmo, ubicato nel Quadrivio degli Angeli progettato da Biagio Rossetti, contemplare il Salone dei Mesi a Palazzo Schifanoia, antica delizia Estense la cui nuova illuminazione esalta gli affreschi di Francesco del Cossa e di Ercole De Roberti. Solo a Ferrara attraverso uno splendido scalone monumentale si può scoprire il Palazzo Ducale Estense, la cui edificazione fu iniziata nel 1261, e visitare la Sala dell’Arengo e il Camerino delle Duchesse. Solo qui si può respirare il fascino del Castello Estense, la cui prima pietra fu posata nel 1385, perfettamente integro con il suo fossato, le quattro torri oltre agli interni con le splendide sale dai soffitti decorati.»
E’ interessante seguire il reticolo delle strade del capoluogo estense utilizzando come mappa concettuale la nota di valutazione che venne stilata nel settembre 1995 da l’ICOMOS – International Council on Monuments and Sites – ossia l’ente che ha il compito di valutare se un luogo candidato a diventare un “sito UNESCO” abbia o meno le carte in regola per esserlo LEGGI IL DOCUMENTO QUI >>
Ciò che rende Ferrara un unicum è che essa, fra le diverse città italiane, è la sola a presentare una pianta originale che non deriva da un assetto legato alla dominazione romana. La città infatti, dall’epoca della sua fondazione, non si andò espandendo da un nucleo centrale ma piuttosto da assi viarie lineari poste sulle rive del fiume Po, intersecate da vie più piccole che andavano a formare la struttura della città medievale, riconoscibile anche nell’osservazione di una semplice mappa stradale.
La caratteristica più significativa della storia urbana di Ferrara, che la rende diversa rispetto alle altre città rinascimentali, risiede nel fatto che essa è mutata a partire dal XIV secolo sulla base di un modello di sviluppo urbanistico chiamato “addizione”, avanguardistico per l’epoca e oggi in uso in tutte le città moderne. Proprio come indica la parola, l’addizione prevede che alla struttura di base della città vengano aggiunti “dei pezzi”. Nel 1492 venne realizzata, grazie alla progettualità visionaria dell’architetto di corte Biagio Rossetti, una terza fase di addizione che rese Ferrara l’unica città rinascimentale progettata ad essere effettivamente anche completata.
Il piano urbanistico previsto da Rossetti, su commissione del Duca Ercole I d’Este, prevedeva il raddoppio della sua superficie attraverso un’espansione che allargasse la prospettiva urbana sud del Castello Estense. Lungo l’intero corso del XVI secolo, la città fu ripensata con l’obiettivo di farne una futura “capitale”, sulla base di principi urbanistici all’avanguardia che saranno stati ripresi più avanti nei secoli per progettare città nuove o da ristrutturare come Parigi, Vienna o Berlino.
Le modifiche portate dall’Addizione Erculea stravolsero completamente l’aspetto della città: furono create nuove strade seguendo una precisa griglia e vennero edificati palazzi seguendo un nuovo stile, facendo della città estense la culla del concetto di “prospettiva urbana”, che collocava il valore dell’architettura degli edifici all’interno della città, piuttosto che limitarsi al solo progetto formale.
La rete stradale e le mura di cinta vennero strettamente collegate ai nuovi palazzi, alle chiese e ai giardini, a cui completamento fu posto un nuovo e modernissimo sistema difensivo costituito da grandi torri, mura e bastioni. La prospettiva urbana rossettiana è stata preservata nel tempo, non solo permettendo a Ferrara di mantenere intatto un carattere particolare e spettacolare ma anche influenzando le pratiche successive nel campo della pianificazione urbanistica e conservativa.
Ferrara, quindi, vide la prima attuazione su larga scala dei principi dell’urbanistica del Rinascimento ed il suo piano urbanistico voluto da Ercole I d’Este si ispira ai concetti di città ideale rinascimentale elaborati da Leon Battista Alberti, Vincenzo Scamozzi e Filareti. Il tessuto urbano era basato sui principali spazi aperti all’interno della città che riflettevano i diversi aspetti della struttura sociale e dei centri di potere. Biagio Rossetti fece di palazzi e chiese il fulcro degli scorci e delle prospettive all’interno della pianta della città, dando un contributo fondamentale allo sviluppo dell’urbanistica moderna.
L’atmosfera della Corte estense e il mecenatismo illuminato dei suoi principi attirò tutti i migliori artisti dell’epoca e – grazie all’apertura di di spirito non solo nel regno delle arti ma anche nell’economia, nell’ideologia e nella religione – questo prototipo di città moderna accolse con sé pensatori stranieri, esuli ebrei, protestanti e Calvinisti, letterati e studiosi che contribuirono al prestigio della corte, anche grazie alla intraprendenza delle personalità femminili di spicco della famiglia, come Beatrice e Isabella d’Este o Lucrezia Borgia. Machiavelli si ispirò a Ercole I d’Este nello scrivere il suo famoso trattato sulle virtù del perfetto principe rinascimentale.
Da allora ad oggi il nucleo rinascimentale di Ferrara è rimasto pressoché intatto, anche grazie allo spirito di preservazione del bello che ha animato i ferraresi sin dall’antichità: le prime opere di restauro conservativo su palazzi e strutture esistenti, come raccontato nelle Cronache cittadine, furono realizzate all’indomani del terremoto che scosse la capitale estense nel 1570 .
Ma è stato dal secondo dopoguerra che si sono susseguiti interventi mirati e consapevoli, che hanno permesso di far arrivare a noi “prima capitale rinascimentale” d’Europa. In particolare, il Comune di Ferrara ha nel tempo sviluppato sia dei piani urbanistici che programmi di restauro in collaborazione con le autorità locali e nazionali.
Fra il 1957 e il 1960 è stato messo in atto un Piano Urbano di Autenticità, con il quale sono state stabilite precise regole per la conservazione ed il restauro, mentre già nel 1947 era stato varato un piano specifico per il recupero delle mura cittadine, mentre fra il 1963 e il 1968 è stato stilato un registro delle strade e degli edifici del Centro Storico, seguito nel 1968 da un piano urbanistico specifico per il centro storico. A metà degli anni ‘70 fu presentato il piano per la conservazione delle fortificazioni e delle aree verdi, seguito dal Piano per la creazione di un grande Parco urbano a nord della città. Nel 1982 l’attenzione si spostò sui “giardini ducali”, con il restauro di Palazzo Schifanoia e Palazzina Marfisa e i loro giardini. Dal 1982 al 1989 si è poi lavorato su “Mura e parchi”, con il recupero e la cura delle mura, il restauro della Torre del Barco e della Porta degli Angeli, nonché un grande piano di restauro per gli edifici storici interni alle mura. (fonte: ICOMOS 1995)
Il terremoto del 2012 ha riportato sotto i riflettori la fragilità dell’impianto rinascimentale della città di Ferrara, ferendo in maniera grave – ma per fortuna non irreversibile – monumenti, palazzi, opere d’arte. Il Centro del Patrimonio Mondiale in tempi rapidissimi inviò in città una equipe di esperti in missione valutativa, affinché accertasse lo stato di conservazione dei beni del sito ed eventualmente contribuisse ad attivare azioni di sostegno. Leggi il report >> Oltre alle valutazioni dei danni, quello che è interessante è osservare come il CPM abbia in quella fase insistito affinché si lavorasse in futuro ad un piano di mitigazione del rischio sismico: indirizzo accolto dall’amministrazione e reso cogente nelle opere di ripristino e restauro, anche grazie al continuo dialogo con gli esperti e ricercatori dell’Università di Ferrara. L’accoglimento delle indicazioni del Centro del Patrimonio Mondiale a Ferrara però non si sono fermate solo alle questioni meramente conservative. Nel marzo del 2019 il Comune e la regione Emilia Romagna hanno sottoscritto un’intesa per l’applicazione di un regolamento che tuteli il centro storico di Ferrara Patrimonio Mondiale, spesso definito “regolamento UNESCO”, che negli ultimi anni ha interessato diverse città storiche. Detto regolamento fissa i criteri per la gestione delle attività commerciali del perimetro UNESCO allocati fronte strada e che quindi dialogano con il contesto monumentale e artistico di riferimento.
Per Ferrara città del Rinascimento, essere nella World heritage List «è un fattore fondamentale per il territorio ed il suo sviluppo oltre ad una grande opportunità che, per essere colta appieno, richiede siano attuate le misure necessarie a mantenere le condizioni di eccellenza del sito e a migliorare nel tempo le condizioni per una loro adeguata fruibilità. – spiega ancora l’Assessore Gulinelli – Essere un sito UNESCO è importante sia per il rafforzamento dell’identità culturale della città, che deve essere percepita come beneficio rilevante per chiunque, che per la sua crescita dal punto di vista dell’offerta turistica. In questa ottica, ritengo che sia fondamentale lavorare sulla protezione e la valorizzazione del nostro patrimonio ma sopratutto perseguire l’obiettivo di promuovere l’educazione culturale del patrimonio monumentale e artistico. Imperativo deve essere l’applicazione di nuove e aggiornate metodologie per accrescere nei giovani la consapevolezza dei luoghi in cui crescono ed imparano ad essere cittadini del mondo. La storia di Ferrara e del suo Delta del Po sono e saranno sempre il principale volano del nostro sistema culturale per tutti e per le future generazioni.»