Cosa significa fruire? il dizionario recita “godere, giovarsi di qualcosa a cui si ha diritto”. Permettere e facilitare la fruizione di arte, musei, aree archeologiche, biblioteche e più in generale gli spazi della cultura da parte dei cittadini dovrebbe essere la priorità dei gestori del patrimonio. Ad oggi, però, la maggioranza delle istituzioni culturali italiane non riesce a soddisfare questi criteri e manca della capacità di venire incontro alle esigenze dei potenziali fruitori.
Orari restrittivi, giornate di chiusura ad libitum, mancanza di personale sono la normalità ma, come osserva Massimiliano Tonelli su Artribune “gli orari sono strategia; i tempi di un museo, di una biblioteca, di un teatro sono il metro con cui si misura il quoziente di apertura ai cittadini (non solo agli utenti in target, ma ai cittadini. Tutti) e il tasso di integrazione con la città. I contenitori culturali devono decidere se starsene isolati o se diventare sempre di più pezzi di tessuto urbano. Gli orari di apertura sono in questo senso una leva relativamente economica, facile da innescare, immediata. Mancano una strategia e delle linee guida. Magari nazionali, cui attenersi tutti, con la dovuta elasticità. Le buone pratiche, invece, ci sono. In tutto il resto del mondo. Basta copiarle.”
Provare nuove strade e mettere i visitatori al centro dell’esperienza di visita pare essere sicuramente la priorità del Museo del Delta Antico, aperto lo scorso 25 marzo a Comacchio, in provincia di Ferrara, all’interno del Parco del Delta del Po, riserva MAB e sito UNESCO.
Il nuovo museo archeologico è ospitato nel settecentesco edificio dell’Ospedale degli Infermi realizzato da Antonio Foschini e Gaetano Genta. Esso costituisce uno degli edifici più significativi e monumentali del suggestivo centro storico di Comacchio.
Un’esposizione di quasi 2.000 reperti svela attraverso diverse sezioni tematiche e relative a diversi periodi storici preziose testimonianze sul Delta del Grande Fiume dall’epoca preistorica fino al Medioevo: un viaggio straordinario nella terra che per secoli è stata importante snodo di commerci e di civiltà, luogo di unione tra il mondo Mediterraneo e l’Europa continentale.
Vi è esposto un ricco patrimonio di beni archeologici provenienti dal territorio, dalle prime testimonianze di epoca protostorica sino al medioevo. Attraverso l’esposizione di quasi duemila reperti e grazie a suggestive ricostruzioni, agili apparati di guida e con momenti di interazione e coinvolgimento del pubblico, il museo narra la storia dell’antica foce del Po che, con i numerosi canali navigabili e le vie di terra, è stata nei secoli un importante snodo di commerci e di civiltà che collegava il mondo Mediterraneo e l’Europa continentale.
Di particolare rilievo le sezioni dedicate alla città etrusca di Spina, con gli oggetti provenienti dall’abitato e i ricchi corredi delle tombe, al mondo romano, alla nascita di Comacchio nell’alto medioevo come emporio commerciale e sede vescovile. Nel museo è stato trasferito, con un nuovo suggestivo allestimento, il prezioso carico della nave romana di Comacchio, un’autentica Pompei del mare che è uno spaccato del mondo globalizzato dell’impero romano.
Il museo è suddiviso in sezioni tematiche e cronologiche:
– La sezione dedicata al territorio studia i cambiamenti dell’ambiente del delta nel corso dei millenni, dalla formazione della pianura padana sino ai giorni nostri. Si scopre che vi sono stati cicli alterni di glaciazioni e di invasioni marine, ambienti diversissimi dalle praterie alle tundre, alle foreste, alle lagune, sino all’insediamento umano e alle modificazioni naturali e artificiali dell’ambiente in epoca storica.
– La sezione dell’età del bronzo finale e primo ferro espone i rinvenimenti archeologici più antichi della zona, che evidenziano insediamenti umani e reperti simili a quelli di Frattesina, centro ben conosciuto per i commerci tra il Mediterraneo e l’Europa continentale in quest’epoca, che precede in questo ruolo Adria e Spina. A questi tempi remoti nell’immaginario greco risale il mito della caduta di Fetonte nell’antico Eridano e della ricerca dell’ambra.
– L’età arcaica e classica è caratterizzata dalla vicenda della città etrusca di Spina, porto commerciale e avamposto etrusco per il commercio verso l’Oriente mediterraneo. Essa è indagata nei suoi rapporti con Atene e la civiltà greca e con le popolazioni etrusche, venete, celtiche, nella sua struttura di città lagunare “leggera” sul fiume, con le sue necropoli collocate sui dossi marini.
– La sezione di età romana presenta un’area deltizia nell’orbita di Ravenna, sede della flotta imperiale adriatica. Una terra di produzioni agricole e industriali, di allevamento del pesce e produzione del sale, e ancora una volta centro fondamentale di collegamento via acqua e terra tra Roma e il nord Italia, l’Adriatico e le regioni balcaniche. Il delta, completamente romanizzato nel periodo tra la fine della Repubblica e il primo Impero, testimonia la sua vocazione commerciale attraverso l’eccezionale ritrovamento costituito dalla nave di Valle Ponti, testimonianza dell’epoca di Augusto e del mondo globalizzato di Roma.
– Età tardomedievale: in un’epoca in cui le città romane decadevano e in alcuni casi scomparivano, una serie di insediamenti lungo la costa nord adriatica nascevano quasi dal nulla in zone protette da fiumi e lagune in una zona contesa tra Goti, Bizantini e Longobardi: in primo luogo Venezia e Comacchio.
L’archeologia di Comacchio, di cui emerge la produzione del sale, è importante per lo studio degli equilibri europei in tempi in cui le vie mediterranee di contatto e commercio non si erano interrotte come si pensava.
La storia finsce quando, dopo il XII secolo, il corso principale del Po si allontana a nord e Comacchio cessa la sua funzione commerciale, divenendo un centro votato fondamentalmente all’economia della valle e del pesce e sotto il dominio di potenze esterne.
Gli orari concertati per le aperture del Museo del Delta Antico di Comacchio rispecchiano la volontà di fare di questo nuovo luogo di cultura un polo, uno spazio aperto: da novembre a febbraio
sarà aperto dal martedì al giovedì, ingresso con guida alle ore 10.30 e alle ore 15.30; venerdì e sabato, aperto dalle ore 9.30 alle 13.00 e dalle 14.30 alle 18.00; domenica e festivi, orario continuato dalle ore 10.00 alle 17.00.
Da marzo a giugno e da settembre a ottobre sarà aperto dal martedì alla domenica, dalle ore 9.30 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.30, mentre a luglio e agosto sarà aperto tutti i giorni dalle 9.30 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.30. Dal 7 luglio al 25 agosto, periodo di maggior afflusso turistico nell’area dei Lidi Ferraresi, il museo propone visite guidate ogni venerdì sera dal 7 luglio al 25 agosto alle ore 21.30.