Lo stato polacco ha appena annunciato il piano per l’acquisto della famosa collezione Czartoryski, con un accordo raggiunto il 29 dicembre: sono 300mila i pezzi, tra opere e manoscritti storici, di cui la Polonia entra in possesso. La collezione, risalente al 1801 e alla Principessa Izabela Czartoryska, conta pezzi di straordinaria importanza, da Rembrandt a Pieter Brueghel il giovane: ma è soprattutto la famosissima Dama con l’ermellino di Leonardo da Vinci (1489-90) a dare lustro alla raccolta e sonorità alla notizia. La maggior parte delle opere sono in mostra al National Museum di Cracovia, tranne il Leonardo che si trova al Castello Reale del Wawel della stessa città: l’acquisizione non dovrebbe cambiare la collocazione e le opere resteranno dove sono. La dama ritratta da Leonardo è Cecilia Gallerani, milanese, nobile di famiglia e amante di Ludovico Sforza “Il Moro”. Donna di cultura, aveva solo 16 anni al tempo in cui fu realizzato il quadro, che visse momenti di luci e ombre fino a essere dimenticato e poi riattribuito a Leonardo solo nel XVIII secolo. Durante la Seconda Guerra Mondiale venne nascosto negli scantinati del Castello dove si trova ora e ritrovato successivamente dai nazisti. In Italia è stato visto l’ultima volta nel 1998 alla Pinacoteca di Brera, dove è stato esposto per cinque giorni.
Per consentire l’acquisizione da parte dello Stato, la Fondazione ha dovuto cambiare il proprio statuto, che fissava la collezione come indivisibile e non trasferibile. Proprio per questo tutti i membri del consiglio di amministrazione della fondazione si sono dimessi in segno di protesta, a seguito anche della totale esclusione dai colloqui relativi al contratto di acquisto. Il sito Bloomberg riferisce che per questa manovra la Polonia ha sborsato solo 100 milioni di dollari per l’intero corpus: un vero affare, se si considera che il valore effettivo è stimato in 2 miliardi. L’importo ha trovato giustificazione sotto il cappello di “donazione” da parte della Fondazione, trovando conferma nelle dichiarazioni rilasciate dall’erede Adam Karol che a Varsavia ha raccontato in una conferenza stampa che l’intera operazione risponde alle scelte di famiglia. Unico vincolo: la collezione non potrà lasciare il Paese.
FONTE: artribune.com