Il traffico di opere d’arte e reperti archeologici è un business da milioni di euro, non conosce crisi e accomuna, purtroppo, le più disparate realtà territoriali, dalla Cina all’Africa, passando per l’Europa e che spesso proprio qui trova le sue migliori “basi” di scambio.
Mantenere monitorati i siti mondiali in maniera soddisfacente è una missione impossibile, come lo è in Italia: centinaia di ettari interessati da ricerche e scavi a cielo aperto, depositi afferenti a musei contenenti migliaia di opere d’arte, un patrimonio ricchissimo e delicato.
Solo nel corso della scorsa settimana sono stati presentati 430 i reperti archeologici di provenienza prevalentemente nuragica rimpatriati dalla Svizzera in seguito a un’attività investigativa del Nucleo dei carabinieri per la tutela del Patrimonio culturale. I pezzi pregiati, da quanto si è appreso, erano stati mostrati su alcuni siti internet e grazie all’azione dei Carabinieri sono stati recuperati e le indagini proseguono per risalire all’identità di trafficanti e “operatori del settore”.
“L’Italia ha un ruolo guida nella tutela del patrimonio, nella diplomazia culturale e nel contrasto al traffico illecito di beni culturali – ha detto il Ministro Franceschini, intervenuto all’inaugurazione a Udine del nucleo del Comando Tutela Patrimonio Culturale. – e questo anche grazie al prezioso lavoro quotidiano dei Carabinieri. Una leadership riconosciuta a livello internazionale che ci ha permesso di costituire la prima task force dei caschi blu della cultura, fortemente voluta dall’Unesco nel contesto del progetto Unite4Heritage. Quello dei carabinieri è un lavoro efficace e silenzioso per la tutela del patrimonio culturale e il recupero dei beni che vengono sottratti illecitamente. L’apertura di nuovi nuclei, tre quest’anno, è fondamentale e dimostra quanto si sta facendo in attuazione dell’articolo 9 della costituzione”.