Sito UNESCO di ModenaSito UNESCO di Modena

di Elena Grazia Fè, Ufficio Coordinamento Sito UNESCO di Modena –

La possibilità di proporre una offerta culturale ed una accoglienza turistica di qualità dipende anche dalla capacità delle istituzioni di porsi all’ascolto delle persone a cui questa proposta è rivolta. In vista dell’aggiornamento del nuovo Piano di Gestione per il Sito UNESCO di Modena, il Comitato Tecnico ha dunque deciso di programmare una indagine di qualità rivolta a cittadini e turisti, con lo scopo di conoscere le diverse tipologie di visitatori del Sito e capire quale percezione esse abbiano del patrimonio monumentale modenese e del suo modo di presentarsi al pubblico.

L’indagine è parte di un progetto più ampio e complesso, che si propone di sperimentare un Piano di manutenzione integrata del Sito UNESCO di Modena, “Cattedrale, Piazza Grande e Torre Civica Ghirlandina”, coordinando le attività dei diversi istituti impegnati nella tutela e nella valorizzazione del patrimonio cittadino. Partendo dall’esigenza di preservare e tenere sotto controllo i risultati dei restauri recentemente terminati, si intende cogliere l’opportunità di affiancare alla conservazione programmata e al monitoraggio ambientale del sito una attività di valorizzazione che tenga conto sia delle esigenze dei fruitori che delle caratteristiche dei monumenti e del contesto con cui dialogano.

L’ambizione del progetto è quindi quella di trasmettere al meglio i significati e la storia delle opere d’arte, ragionando su una promozione turistica che vada di pari passo con le istanze di decoro e sicurezza. Saranno integrati i piani di manutenzione della Ghirlandina, già redatto, quello del Duomo, in fase di redazione, e quello relativo agli spazi pubblici, al fine di considerare il sito nella sua complessità, come insieme di elementi in continuo rapporto tra loro.

I visitatori costituiscono una delle variabili fondamentali di questa relazione, in modo particolare in un sito come quello modenese, di eccezionale rilevanza culturale, ma anche civica ed identitaria, che comprende spazi comuni e aperti, in una parola, vissuti. Per questo una voce del Progetto per la sperimentazione di un Piano di manutenzione integrata, attualmente in fase di avvio – avendo ottenuto il finanziamento a valere sulla Legge n. 77/2006 “Misure speciali di tutela e fruizione dei siti italiani di interesse culturale, paesaggistico e ambientale, inseriti nella Lista del Patrimonio Mondiale, posti sotto la tutela dell’UNESCO” – riguarda la ricerca rivolta al pubblico, anzi, ai pubblici. Nell’impostare l’indagine – lavoro compiuto grazie alla collaborazione tra l’Ufficio Coordinamento del Sito UNESCO di Modena e l’Ufficio Organizzazione, Qualità e Ricerche della Direzione generale del Comune di Modena – si è dovuto infatti tener conto di uno degli aspetti problematici del complesso monumentale: la molteplice modalità di fruzione secondo le diverse finalità per cui il sito è frequentato, raggruppabili in tre ambiti, quello civile, quello cultuale e quello culturale. La ricerca si concentra su quest’ultimo, e si rivolge a quelle persone che visitano Duomo, Ghirlandina e Piazza Grande con scopo di arricchimento culturale.

In particolare l’indagine ha due diversi universi di riferimento e prevede di conseguenza due azioni distinte e complementari: la prima di queste ha come universo di riferimento turisti ed escursionisti che visitano il sito UNESCO di Modena, e consiste in un’intervista face to face sottoposta ad un campione di 400 casi, selezionato in tre diversi periodi dell’anno; la seconda azione è rivolta invece a cittadini modenesi maggiorenni, verrà svolta in autunno e prevederà 1500 interviste telefoniche, oltre che la possibilità per 6000 cittadini di compilare il questionario on-line, tramite apposito panel. Definendo come turista escursionista una persona non residente a Modena che visita intenzionalmente il sito UNESCO con finalità di tipo culturale, qualunque sia il motivo e la durata della sua permanenza in città, si è deciso di aprire l’intervista face to face con due domande che fungano da filtro, che verifichino appunto provenienza e intenzionalità. Il questionario prosegue poi con cinque sezioni, relative a: profilo generale del visitatore, profilo del visitatore in rapporto con il sito, valutazioni e giudizi, domande su ciò che sta intorno al sito, profilo socio-anagrafico dell’intervistato.

Il calendario per le rilevazioni, svolte all’interno del perimetro del sito UNESCO e su diversi punti contemporaneamente, prevede 9 giornate distribuite su 3 fine settimana ed eventuali giorni contigui se necessari al completamento dell’indagine. Le tempistiche sono dettate, oltre che dalla volontà di non registrare dati falsati da eventi eccezionali, dalla necessità di selezionare un campione secondo il criterio di oggettività del passo sistematico. Risulta infatti determinante per il rispetto della casualità del campionamento estrarre dalla popolazione di riferimento, in questo caso i visitatori, una prima unità casuale, per poi scegliere le successive secondo lo schema “una unità selezionata per ogni K in sequenza”: con il cosiddetto passo sistematico si intervisterà quindi un visitatore ogni K in ogni punto individuato all’interno dell’area.

Entrambe i questionari, elaborati per l’indagine face to face e per l’intervista telefonica, permettono da una parte di porsi all’ascolto delle aspettative dei fruitori preliminari alla visita, relative alla reperibilità e chiarezza delle informazioni; dall’altra di registrare le  percezioni dei pubblici a posteriori, il grado di approfondimento e comprensione della visita, la conoscenza del patrimonio cittadino da parte dei residenti, le opinioni e i suggerimenti.

Il coinvolgimento dei turisti e dei cittadini, la comprensione dei loro comportamenti e delle loro necessità, concorrono così al miglioramento dell’offerta culturale e turistica del sito, ovvero della relazione tra il complesso monumentale e chi ne fruisce. L’indagine di qualità non punta tanto e soltanto a fornire numeri e profili sociodemografici agli operatori, ma distingue il concetto di presenza da quello di partecipazione, per non cadere nell’equivoco per cui il solo ampliamento del pubblico sia indice di incremento della qualità della comunicazione e dell’esperienza culturale. La crescita si misura anche attraverso la diversificazione del pubblico, la fidelizzazione di parte di esso e l’efficacia della trasmissione di un messaggio.

Nel caso di Modena questo messaggio va oltre la storia dei monumenti e tratta di consapevolezza del valore culturale del proprio patrimonio: il nodo della proposta, punto di forza e innovatività, risiede nella volontà di coniugare comunicazione, valorizzazione turistica e trasmissione di valori, da una parte, e sostenibilità in termini di sicurezza, tutela, risorse, dall’altra. In questo senso il Piano di manutenzione integrata, di cui l’indagine di qualità è parte, può rappresentare un’occasione di sperimentazione per un modello ripetibile e adattabile in altre realtà con esigenze analoghe, storie diverse, obiettivi comuni.